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Le Giornate Europee del Patrimonio al carcere Borbonico di Avellino

Week end all’insegna di spettacolo ed arte nel prestigioso complesso monumentale dell’ex carcere borbonico ad Avellino. Dopo l’inaugurazione avvenuta giovedì scorso da parte delle Autorita’ della mostra pittorica di Alfonso Grassi, nel fine settimana si potra’ ammirare la collezione dell’artista solofrano, in esposizione fino al prossimo 8 ottobre. Alfonso Grassi (1918-2002) ha dato vita al meglio delle sue opere nel periodo che va dal 1940 al 1960. Egli si e’ formato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ove e’ stato allievo di Carlo Silvieri, Emilio Notte e Vincenzo Caprile. Una volta divenuto padrone delle tecniche pittoriche e’ venuta fuori la sua arte che possiamo catalogare come verista e che si estrinseca in opere dalle tinte e linee larghe ed espressive.

Grassi preferiva dipingere come ritrattista (abbiamo ritratti ufficiali di Papa Giovanni Paolo II, di Giorgio De Chirico, di Giulio Andreotti, del Cardinale di Napoli Giordano, ecc.) e si e’ ispirato a pittori come Caravaggio, Guarini, Van Gogh e allo stesso De Chirico. Ma, pur essendo definito “il pittore dei vecchi” non ha disdegnato di rappresentare, nella tecnica preferita olio su tela, i paesaggi agresti e  scene di realta’ contadina, come un rustico tinello o una fuligginosa cucina. Ha inoltre omaggiato nelle sue opere i luoghi di origine raffigurando la sua Solofra  e ritraendo numerose chiese in tutta la penisola.

Ma nell’ex carcere si possono ammirare la moda di abiti e merletti (la collezione di Anna Marra) di fin de siècle. Ricordiamo che il periodo tra fine ottocento ed inizio del novecento una certa borghesia, che viveva agiatamente, favori’ il diffondersi dell’eleganza sartoriale che fino ad allora era stata appannaggio solo della nobilta’. Le due giornate del fine settimana saranno allietate da due eventi musicali, il primo sabato 26 dal concerto del duo dei solisti Renato Orciuoli al violino e Valentina Strino all’oboe, e domenica 27 alle ore 19.00 dal sax di Gianluca Marano.